

Affitto e Covid. Cosa accade nelle principali città europee (e a Milano)? Oltre al blocco delle locazioni di breve periodo causato dallo stop ai viaggi oltre confine, cosa accade agli affitti di lungo termine? Abitare Co ha monitorato i mercati degli affitti a Milano, Berlino, Barcellona, Londra e Parigi, considerati negli ultimi anni i più attraenti per gli investitori. Il trend conferma un calo generale dei canoni. Barcellona è la peggiore (-8,7%), seguono Londra (-3,7%) e Parigi (-2,6%). Solo Berlino mantiene un debole segno positivo (+1,2%). Gli affitti chiudono in negativo anche a Milano (-4,5%).
Qui il tasso negativo di crescita dei canoni ha colpito il 70% delle zone cittadine. La cosa interessante è che i quartieri che hanno registrato un incremento degli affitti durante il 2020 sono tutti periferici. La zona migliore è stata quella diBaggio, quartiere periferico nella zona ovest della città, con un aumento del 9,2% annuo.
Ad incidere sono la mancanza di studenti, ritornati a casa per la pandemia, la riduzione dei trasferimenti lavorativi di manager e professionisti per il boom dello smart working.
Situazione degli affitti nelle principali città europee
Nel resto d’Europa si registrano invece solo variazioni negative. Come già detto, la peggiore è Barcellona, con un canone medio annuo di 177 euro al mq. L’area più cara è quella di Barceloneta, vicino al mare, dove gli affitti in media costano, per un trilocale, almeno 1.700 euro mensili. Londra e Parigi sono le città che presentano i prezzi più alti, con in media un canone annuo rispettivamente di 310 euro al mq e di 409 euro al mq. A Berlino gli affitti degli appartamenti durante il 2020 hanno avuto due differenti andamenti tra immobili nuovi e vecchi. Questo a causa del “limite di affitto” per le abitazioni costruite prima del 2014, a cui non si possono più applicare aumenti di canone. Nel primo caso gli affitti hanno segnato un aumento del 6,6%, nel secondo caso invece la media è stata del -5,2%. Per le abitazioni nuove e di maggior pregio, gli affitti hanno registrato un incremento ancora più alto: +14,8%, portando il valore dei canoni sopra i 220 euro al mq per anno.
È evidente che i lockdown applicati, anche con criteri disomogenei, nei vari Paesi della UE, hanno influito negativamente sui mercati immobiliari locali, facendo di fatto crollare la domanda degli affitti, soprattutto estera, che si basava molto su lavoro e turismo. Il calo più drastico ha riguardato in primis il segmento degli affitti brevi. Oltre ai fattori innescati dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni e chiusure imposte dai Governi locali, è aumentato nell’investitore il timore di doversi rapportare con un inquilino finanziariamente meno solido e dalle ridotte capacità di poter o meno sostenere il costo dell’affitto della propria abitazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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